notizie / 22/05/2025 09:51

VINCONO LE MAMME ARCOBALENO: UNA SENTENZA STORICA

È incostituzionale, impedire a due mamme di riconoscere il figlio o la figlia nati con procreazione medicalmente assistita. E questo per un principio netto: perché non riconoscerlo, lede i diritti del bambino.

È una sentenza storica, quella depositata questa mattina dalla Corte Costituzionale dopo la questione di legittimità sollevata dal Tribunale di Lucca. Ed è una sentenza che dà ragione e premia le battaglie delle famiglie arcobaleno, che per mesi e mesi si erano opposte alle rigidità del governo e della magistratura, allineate sullo stop alle registrazioni all’anagrafe della seconda madre, quella non naturale.

“Vietare di riconoscere come proprio il figlio nato in Italia, da procreazione medicalmente assistita legittimamente praticata all'estero lede i diritti del bambino”, hanno scritto i giudici costituzionali. E questo per due principi: il primo, secondo la Consulta, è che lede il diritto all'identità personale del minore, il secondo è che pregiudica l'effettività del suo "diritto di essere mantenuto, educato, istruito e assistito moralmente dai genitori".

Non è possibile, perciò, che una delle due madri possa sottrarsi alle sue responsabilità, derivanti dall’impegno comune che una coppia si assume nel momento in cui decide di ricorrere alla procreazione assistita per generare un figlio. La centralità dell’interesse del minore, e l’insieme dei diritti che questo vanta nei confronti dei genitori, vale perciò nei confronti della madre biologica, come nei confronti della madre intenzionale.

Una sentenza storica, che dà ragione anche a quei sindaci, come quello di Padova, che avevano continuato a registrare i figli di coppie omogenitoriali pur contravvenendo alle circolari del Governo. “Sono commosso”, ha scritto in una nota, a caldo, Sergio Giordani, “Oggi vincono i diritti fondamentali di tutte e tutti: un passo avanti per l’Italia che abbiamo costruito con tenacia anche da Padova con tante associazioni e cittadini che non hanno mai mollato. Questa pronuncia mi ripaga di tanto fango ricevuto da chi mi accusava di essere fuori legge. Una posizione la loro inumana e da oggi pure incostituzionale”.

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