LECCIO CADUTO: ERA STATO DISPOSTO L’ABBATTIMENTO
Era tutto scritto nero su bianco, e da mesi. Il leccio che lo scorso 2 giugno si è abbattuto su un gruppo di persone in Piazzale Roma, ferendo gravemente una donna e altre quattro persone, doveva essere abbattuto.
Una perizia tecnica della ditta Demetra, incaricata del monitoraggio, aveva segnalato le gravi condizioni di salute e stabilità dell’albero. A seguito di quella segnalazione, gli uffici del Comune di Venezia avevano formalmente emesso un ordine di abbattimento. Un documento che oggi è agli atti dell’inchiesta coordinata dalla Procura veneziana.
Eppure, al momento del crollo, l’albero era ancora lì, regolarmente. Come mai?
L’indagine ora punta a chiarire la catena di comando: chi doveva fare cosa, e quando. Gli esperti della Demetra – sottolineano i primi accertamenti – avevano fatto il loro dovere. Non spettava a loro decidere se intervenire con tiranti o con l’abbattimento. La responsabilità finale restava al Comune.
Nel frattempo, la Procura ha dato il compito all’agronomo Lucio Montecchio, docente all’Università di Padova, di stabilire con certezza le cause del crollo. L’ipotesi principale è un fungo che avrebbe compromesso il tronco del leccio, rendendolo fragile sotto il peso della chioma.
Dopo quel tragico 2 giugno, il Comune ha passato al setaccio il proprio patrimonio arboreo. Ben 92 alberi sono stati classificati a rischio crollo e abbattuti.
Per ora non ci sono indagati. Ma presto potrebbero arrivare le prime iscrizioni nel registro, in vista di un incidente probatorio per stabilire chi, e perché, non ha dato seguito a un ordine che poteva evitarne la caduta.