ISRAELE-HAMAS, ANCORA STALLO NEI NEGOZIATI
I negoziati per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza subiscono un duro colpo. Israele e Stati Uniti hanno richiamato i loro rappresentanti da Doha, in Qatar, dove da inizio luglio erano in corso colloqui con la mediazione di Qatar, Egitto e Stati Uniti.
La proposta sul tavolo prevedeva una tregua di 60 giorni, uno scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi, e un ritiro graduale dell’esercito israeliano dalla Striscia. Ma Hamas, giovedì, ha risposto all’intesa in modo giudicato “deludente” da parte americana.
Anche il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato il ritiro dei negoziatori, senza fornire spiegazioni ufficiali.
Hamas, dal canto suo, ha replicato nella mattinata di venerdì: “Siamo ancora disponibili a un cessate il fuoco duraturo”, ha dichiarato in una nota.
Intanto nella Striscia la crisi umanitaria peggiora. La popolazione è allo stremo, con sempre meno accesso a cibo, acqua e cure mediche.
Sul fronte diplomatico, giovedì sera il presidente Emmanuel Macron ha annunciato che Parigi riconoscerà ufficialmente lo Stato di Palestina a settembre, durante l’Assemblea Generale dell’ONU.
Una decisione che ha scatenato la reazione immediata di Israele: “Un pericolo per la nostra sicurezza”, ha dichiarato Netanyahu.
Ad oggi, 147 paesi membri delle Nazioni Unite su 193 riconoscono lo Stato di Palestina. Ma tra i paesi occidentali, la Francia sarà la prima grande potenza ad aderire.
In Italia, intanto, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha rinnovato il proprio appello a una tregua immediata a Gaza nel corso del Consiglio nazionale di Forza Italia.