ITTICOLTURA E CORMORANI: CONVIVENZA AI FERRI CORTI
Cormorani infestanti e voraci. Nuovo scoglio per la pesca del Veneto. Dopo le mucillagini e il granchio blu si segnalano nuovi guai per l’itticoltura e biodiversità del Veneto. In Regione fioccano le lamentele nei confronti della massiccia presenza di cormorani che a detta dei pescatori e degli allevatori banchettano in stormi divorando tutto ciò che pinneggia nei canali e laghi ma soprattutto nelle vasche dell’itticoltura. La questione pare non sia nuova ma sollevata ormai da anni e naturalmente con il passare del tempo il problema si è aggravato. La Regione come per le altre specie infestanti sta studiando la situazione e progetta un piano di contenimento rispettoso per il volatile, tra le specie protette in Veneto. Cosa fare quindi per non perdere avannotti, orate , branzini , cefali e anguille che creano reddito per diverse famiglie nell’area costiera nelle province di Padova, Venezia e Rovigo senza però sterminare uccelli? Le soluzioni più plausibili almeno per il mondo della pescicoltura potrebbero essere le arcinote reti o altre coperture sopra gli allevamenti per impedire l'accesso ai volatili. Dissuasori acustici o visivi, quindi suoni o luci che spaventino gli uccelli, senza danneggiarli. L’installazione di sistemi che rilevino la presenza dei cormorani e attivino deterrenti. Il tempo stringe e diminuisce la pazienza di chi vede danneggiato il proprio guadagno. Da ricordare che in media un solo cormorano mangia dai 400 al mezzo kg di pesce al giorno questo nel caso di uno stormo si traduce in una perdita di circa 10kg di pesce quotidianamente, oltre al rischio di estinzione per ogni pesce nei fiumi , laghetti o lungo il delta.