PARTE LA ZONA ROSSA DI TREVISO, COSA BISOGNA SAPERE
Treviso si è svegliata con l'area della stazione dei treni in zona rossa.
Dopo mesi di dibatto e programmazione, dalla mattina di lunedì 26 maggio la zona rossa, un'area di particolari controlli, interdetta ai pregiudicati, è stata infine avviata.
Durerà 40 giorni ed interesserà un'ampia area alle porte del centro storico trevigiano.
Una porzione di città, da Viale De Gasperi a Ponte Santa Margherita e dal Lungo Sile alla stazione, in cui ricadono via Roma, la stazione delle corriere, piazza Giustinian ed altri luoghi ritenuti sensibili di Treviso.
Come già sperimentato in altre città venete, in quest'area le forze dell'ordine rafforzeranno i controlli, con presidi anche fissi, e potranno allontanare le persone con precedenti per comportamenti pericolosi, aggressivi o dannosi per il bene pubblico.
Senza dubbio, la zona in questione è difficile. L'ultimo episodio in questo senso risale a sabato scorso, quando due uomini, già sottoposti a Daspo urbano, hanno aggredito il titolare di un kabab, proprio in via Roma.
Denunciati e arrestati, per loro è stata disposta anche l'attivazione del braccialetto elettronico, per monitorarne gli spostamenti.
Ma possono 40 giorni di zona rossa intorno alla stazione risolvere i problemi con la criminalità? Cittadini e rappresentati politici chiedono che misure di sicurezza analoghe vengano replicate anche in altri quartieri di Treviso, dove spesso l'attenzione è meno alta.
Ma non vanno trascurati gli interventi di risanamento urbano e percorsi di educazione civica nelle scuole e negli eventi pubblici che la città propone. È soprattutto grazie a queste strategie che l'ondata di microcriminalità può invertire la direzione.