IL CASO BEZOS ARRIVA IN PARLAMENTO: "CHI PAGA?"
A Venezia è quasi tutto pronto per le nozze dell'anno. Ultimazione in vista per le location, top secret e sorvegliate a vista da security e forse dell'ordine, aeroporti della regione pronti ad accogliere i primi voli in arrivo - circa una novantina gli aerei privati che poteranno i 300 invitati in Italia - alberghi e moli ormai prossimi all'accoglienza.
Sono ormai imminenti i tre giorni di feste, celebrazioni e party riservatissimi ed extralusso per i fiori d'arancio tra il miliardario Jeff Bezos e l'ex giornalista Lauren Sanchez, con seguito di maxi yacht e feste nei luoghi più glamour della città. La crisi mediorientale ha costretto a rivedere qualche aspetto della tabella di marcia per adeguarne i canoni di sicurezza: arrivando a Venezia anche i figli di Donald Trump, Ivanka e Donald jr, il livello di allerta è salito alle stelle e avrebbe suggerito una presenza un po' più discreta al magnate e al gruppo di vip hollywoodiani che arriveranno in laguna. La festa finale, prevista alla Misericordia, si svolgerà in Arsenale, luogo che non ha eguali quanto a blindatura. Per prefettura e questura sono ore febbrili, chiamate a interfacciarsi con l'esercito di security (composto anche da ex marines) che garantiranno la privacy degli ospiti della coppia. Sabato, in città, sono attese anche le proteste di attivisti e comitati contrari al grande evento, e le polemiche, nelle ultime ore sono arrivate persino in Parlamento. AVS e Movimento 5 stella, alla Camera, hanno chiesto un'informativa urgente al ministro dell'Interno, Piantedosi, lamentando che l'Italia stia diventando il parco giochi dei ricconi del mondo, col governo che si prostra e stende tappeti rossi salvo poi ignorare le richieste di innalzare le tasse per i giganti del web.
Immediata, è stata la risposta dai banchi della maggioranza: "Piantedosi non serve che riferisca in Aula", ha detto il deputato di Fdi Salvatore Caiata, "il ministro dell'Interno non è un wedding planner".