HIND RAJAB, IL GRIDO DI GAZA ARRIVA A VENEZIA 82
La violenza, la guerra, il terrore che ti prende in quei momenti sotto le bombe. C'è un filo conduttore, inevitabile, che lega la serata di ieri, sul tappeto rosso veneziano, e quella che arriva stasera. Ha fatto riflettere, e non poco, la pellicola in concorso della premio oscar Kathryn Bigelow, che a otto anni dal suo ultimo film, Detroit, ha messo il Lido a confronto con le contraddizioni dell'oggi e il rischio di un ritorno dello spettro atomico. Nel suo "A House of Dynamite", con - fra gli altri - Rebecca Ferguson e Idris Elba, lo spettatore vive quei 18 minuti che intercorrono, alla Casa Bianca, dopo l'annuncio del lancio di un missile non rivendicato contro gli Stati Uniti. E la corsa contro il tempo, forse senza speranza, per cercare di evitare l'inizio di un'apocalisse. Ma la violenza, sia fisica che morale, attraversa il remake de L'Etranger (Lo Straniero) di Francois Ozon, nuovo adattamento del capolavoro di Albert Camus.
E non potrà non far riflettere e discutere, questa sera invece, l'arrivo al Lido di "The voice of Rajab", di Kaouther Ben Hania. Perchè in un'edizione della Mostra del cinema che ha vissuto e vive ancora di appelli, manifestazioni e prese di posizione in cui si è cercato sempre di lasciare uno spazio per reclamare quanto sta avvenendo a Gaza, questa sera arriva un fiulm che lo racconta direttamente, in una forma vivida, cruda e decisamente potente. Un film che racconta quanto accaduto il 29 gennaio 2024, quando i volontari della Mezzaluna Rossa ricevono una chiamata di emergenza, nella Striscia, da una bambina di sei anni è intrappolata in un'auto in mezzo a un attacco.
Pellicola che anticiperà un latro film legato a doppio filo a ciò che avviene in Medio oriente, ma per motivi opposti. Fuori concorso sarà presentato infatti anche “In the hand of Dante", di Julian Schnabel, che oltre a un supercast composto anche da Al Pacino, Oscar Isaac, John Malkovich e Martin Scorsese, vede la presenza anche di Gal Gadot e Gerald Butler, dei quali il gruppo Venice4Palestine aveva chiesto alla Biennale la revoca dell'invito perché considerati filo-Netanyahu.
Spazio poi al terzo film italiano in concorso: "Duse", di Pietro Marcello, che ritrae in maniera originale la divina Eleonora Duse, interpretata da Valeria Bruni Tedeschi, negli ultimi mesi di vita.