CITTADINANZA: TRA DECRETI E REFERENDUM
Cittadinanza italiana, giro di vite del Governo. Fa discutere il “decreto cittadinanza” approvato nei giorni scorsi da Palazzo Chigi e che introduce norme più stringenti sulla cosiddetta “cittadinanza per discendenza”, vale a dire quella ottenuta dai discendenti di italiani che però sono nati e cresciuti all’estero.
Obiettivo del Governo porre un freno alla trasmissione automatica della cittadinanza di generazione in generazione.
Per questo, con le nuove norme, i discendenti di cittadini italiani, nati all’estero, saranno automaticamente cittadini solo per due generazioni: vale a dire che solo chi ha almeno un genitore o un nonno nato in Italia sarà cittadino dalla nascita.
Novità destinate ad avere ripercussioni soprattutto in Veneto, dove negli ultimi tre anni c’è stato un vero e proprio boom di nuove cittadinanze per discendenza, addirittura 72 mila. Pratiche che hanno letteralmente intasato il Tribunale di Venezia.
Del resto, tra l’Unità d’Italia e l’inizio del ventesimo secolo, quasi un milione di persone lasciò il Veneto per trasferirsi all’estero e soprattutto in Sudamerica. Quasi il 20% dei residenti dell’epoca.
E nel 1990 i veneti ad aver lasciato la loro terra d’origine erano diventati più di 3 milioni.
Comunità che però hanno mantenuto negli anni un forte legame con il Veneto. Per questo, da quando nel 2022 le pratiche per ottenere questa tipologia di cittadinanza sono state demandate alle Regioni, il Tribunale di Venezia ne ha risentito.
Tra i più critici al nuovo decreto c’è l’Associazione Veneti nel Mondo.
Un intervento invece ritenuto non più rinviabile da parte di un’altra fetta di opinione pubblica, che evidenziava un paradosso tutto italiano: perché se fino a poco fa le norme italiane erano tra le più permissive sul tema della discendenza, ancora oggi risultano tra le più stringenti in linea generale.
Norme che il referendum del prossimo 8 e 9 giugno punta a cambiare: se vincerà il si, verranno ridotti da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia richiesti per poter avanzare la domanda di cittadinanza italiana.
Secondo i promotori, una conquista decisiva per la vita di circa 2,5 milioni di cittadini di origine straniera che, in Italia, non solo nascono e crescono, ma da anni vi abitano, lavorano e contribuiscono alla sua crescita.