AFFETTI IN CARCERE, VIA LIBERA AI COLLOQUI INTIMI
Arriva una svolta storica per le carceri italiane. Dopo anni di dibattito e un importante intervento della Corte Costituzionale, anche i detenuti italiani potranno finalmente richiedere dei colloqui intimi con i propri partner.
La decisione arriva dalla Consulta che, nel gennaio 2024, ha dichiarato incostituzionale l’articolo 18 dell’ordinamento penitenziario, nella parte in cui impediva colloqui privati senza la presenza degli agenti. Un divieto definito eccessivamente afflittivo e contrario alla dignità della persona.
Da lì è partita una lunga fase di attesa e alcune sperimentazioni isolate. Ma in questi ultimi giorni, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha finalmente emanato le prime linee guida nazionali per rendere effettivo il diritto all’affettività dietro le sbarre.
Che cosa prevedono queste nuove regole? Gli incontri intimi potranno durare fino a due ore, saranno riservati ai legami affettivi stabili e si terranno in appositi spazi all’interno del carcere, pensati proprio per garantire privacy e sicurezza.
Restano esclusi i detenuti sottoposti a regimi speciali come il 41-bis e il beneficio potrà essere revocato in caso di abusi o comportamenti scorretti.
Tra i primi istituti a muoversi il carcere Due Palazzi di Padova, dove sono già attive le cosiddette “stanze dell’amore”, piccoli spazi dedicati a incontri riservati tra detenuti e partner.
Il diritto dell’affettività nelle carceri è ora un diritto riconosciuto ma ancora troppo fragile. La Corte ha sì aperto la strada, ma la realtà delle carceri italiane è complessa: strutture fatiscenti, carenza di personale, resistenze culturali. Questo si traduce nel fatto che in molte prigioni manca ancora lo spazio fisico per attuare davvero queste misure. E che non tutti i detenuti si sentono pronti a richiedere un colloquio intimo, dopo anni in cui l’argomento è stato un tabù.
Nonostante le difficoltà, la circolare rappresenta un primo passo per superare il divario tra i diritti sanciti dalla legge e la vita quotidiana nelle celle. La sfida adesso è tradurre il principio in una realtà accessibile a tutti, senza che resti solo sulla carta.