TRUMP IMPONE ANCORA DAZI
Il raptus economico di Donald Trump sembra non avere fine. Il presidente americano ha introdotto un nuovo, l’ennesimo, pacchetto di dazi per decine di Paesi.
Quelli introdotti oggi prenderanno il posto di quelli inaugurati il 2 aprile, che prevedevano per molti partner la tassa base del 10%.
Ora, invece, Trump ha imposto tariffe personalizzate a circa 60 partner commerciali.
Tra questi spicca la Cina che, dopo essersi rifiutata di annullare i contro-dazi, è stata presa di mira dalla Casa Bianca con una tariffa aggiuntiva del 50%.
Il risultato finale è un’aliquota del 104% imposta a Pechino, con la borsa di Hong Kong che incassa il colpo e chiude in forte ribasso.
A seguito della pioggia a catinelle dei dazi, numerosi Paesi hanno cercato un dialogo con Trump, per trovare un accordo commerciale.
Atteggiamento che ha aumentato il senso di potere del presidente americano, che ha così commentato: “Tutti mi chiamano per baciarmi il…”, la conclusione è chiara.
Nessuna trattativa invece con la Cina, che rimane solida sulla sua posizione: il presidente Xi Jinping è intenzionato a rafforzare i legami strategici con i Paesi vicini per creare una comunità commerciale da buon vicinato, e soprattutto rafforzare il commercio nel Brics: Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica.
Un’opportunità anche per l’Europa, che potrebbe trovare nel Brics un canale commerciale alternativo.
Se, da un lato, i dazi americani sono una maledizione per il normale commercio, dall’altra hanno la forza di costruire nuovi legami strategici, con i Brics, che rappresentano il 50% della popolazione del pianeta Terra, con 4 miliardi di abitanti.