DAZI O NON DAZI, QUESTO È IL DILEMMA
Dopo aver fatto marcia indietro con i dazi mondiali, annunciando la tregua di 90 giorni, Donald Trump fa ancora dietrofront.
Tutto questo avrà un influsso negativo sulle borse, a vantaggio degli amici di Trump che speculano.
Facciamo un passo indietro: Trump aveva annunciato una pioggia di dazi mondiali, poi li aveva rafforzati, in seguito li ha sospesi, ma non per la Cina.
Anzi, Pechino e Washington hanno avuto un conflitto a suon di dazi e contro-dazi, e il tycoon aveva imposto la tassa del 145% sui prodotti cinesi.
Successivamente, alcuni di questi prodotti sono però stati esclusi dai dazi americani: nell’ennesimo cambio di rotta, Donald Trump ha deciso di sospendere le imposte doganali per smartphone, computer e tutti i prodotti elettronici, graziando i produttori americani dall’effetto shock dei prezzi, che avrebbe bloccato il mercato.
Per il momento c’è un sospiro di sollievo, che non durerà a lungo, in quanto la Casa Bianca sta pensando a dazi più “mirati” per i prodotti tech, in arrivo entro due mesi.
In settimana è invece atteso l’annuncio di una nuova ventata di dazi destinati ai semiconduttori, in primis i chip.
Tutto questo ha l’obiettivo di poter portare la produzione nuovamente negli Stati Uniti, e così annullare il disavanzo tra import ed export e abbassare il debito pubblico.
L’obiettivo è bloccare la Cina, primo Paese produttore di prodotti tecnologici, ma ciò non sembra però riuscire: ora Pechino ha bloccato l’esportazione delle materie prime metalliche e minaccia anche l’Occidente di non vendere più componenti essenziali per i settori bellico, automobilistico ed elettronico.
La Cina si fa forte del suo potere produttivo, cosicchè a risentire della politica di Trump è l’America stessa: altra tecnica per rincarare le importazioni e la svalutazione del dollaro, che oggi si trova ai livelli minimi da ottobre 2024.
Il mercato globale si trova sulle montagne russe a stelle e strisce, mentre l’Unione Europea punta ad avere una relazione speciale direttamente con la Cina, per compensare la svalutazione dell’euro e i dazi che Trump ha imposto al mondo.
C’è da domandarci quanto resisterà l’euro di fronte ad una svalutazione monetaria del dollaro e dello yuan.