STRAGE DI SUMY, PER USA LA RUSSIA NON È COLPEVOLE
Lo scorso 13 aprile un raid aereo russo aveva colpito la città ucraina di Sumy, facendo strage di civili, tra cui bambini.
Il bombardamento di Sumy è attualmente il più pesante attacco russo mai messo in atto dall’inizio del conflitto, soprattutto perché non ha colpito alcun obiettivo militare.
L’azione ha sollevato un polverone internazionale, e gli Stati del G7, l’organizzazione che racchiude le principali potenze mondiali, ha abbozzato un documento di condanna della Russia per aver colpito di proposito i civili.
Tuttavia gli Stati Uniti si sono rifiutati di firmare la nota, facendo arenare il procedimento.
La mancata adesione degli Stati Uniti serve a mantenere aperto lo spiraglio di dialogo con Putin, che sarebbe ostacolato con una presa di posizione così rilevante.
Ma la neutralità americana sembra servire anche ad altri scopi: l’Europa prende sempre più le distanze da Mosca attraverso le sanzioni e il riarmo europeo, e Donald Trump sfrutta il vuoto creatosi.
Per Trump è importante non incrinare il rapporto con il Cremlino, grazie a cui, in futuro, il tycoon avrà una posizione privilegiata nel commercio di risorse energetiche russe, in primis il gas.
Risorse che poi l’America potrà rivendere a caro prezzo all’Europa stessa, che non è riuscita a mantenere i rapporti commerciali con la Russia.
Intanto il segretario generale della Nato Mark Rutte si è recato a sorpresa nella città di Odessa: Rutte ha affermato che gli Stati occidentali, in primis Francia e Regno Unito, sono disposti ad assumersi maggiori responsabilità per garantire la pace.
Zelensky ha infatti chiesto al capo della Nato armamenti aerei e ha chiesto a gran voce lo sviluppo della sedicente coalizione dei volenterosi progettata da Parigi.
Nella capitale francese si recheranno, in settimana, i delegati statunitensi, per parlare di Ucraina, ma anche di dazi.