NO DELL’ONU AL DDL SICUREZZA GOVERNO MELONI
L’Organizzazione delle Nazioni Unite si scaglia contro il decreto sicurezza, ufficialmente approvato.
Il Ddl sicurezza aveva sollevato polemiche ancora prima di nascere.
Alle proteste di piazza contro la norma definita liberticida, si era aggiunta anche l’Organizzazione delle Nazioni Unite: a gennaio sei relatori Onu avevano scritto una lettera al governo italiano, preoccupati dalle disposizioni troppo ampie, e quindi soggette ad eccessiva discrezionalità, del disegno di legge.
Ora che il ddl sicurezza è entrato ufficialmente nella legislazione italiana, l’Onu torna alla carica.
Nella giornata di ieri 16 aprile altri cinque relatori hanno riscritto al governo, chiedendo la definitiva abrogazione del decreto.
Il primo cruccio riguarda la natura della legge: il ddl sicurezza è entrato in vigore il giorno seguente alla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, e non dopo 15 giorni, come stabilito dalla vacatio legis.
Questo perché il ddl sicurezza è per l’appunto un decreto-legge: è stato approvato aggirando la discussione in Parlamento, in nome di una necessaria e straordinaria urgenza.
Tra le norme contenute c’è il carcere fino a due anni per chi bloccasse le strade, il divieto della cannabis light e l’introduzione del nuovo reato per le occupazioni abusive.
Ma per l’Onu, le disposizioni sono troppo ampie: l’indice di discrezionalità sarebbe così elevato da portare ad applicazioni arbitrarie, con il possibile rischio di intaccare la privacy, la libertà di espressione e di movimento.
Sempre secondo le Nazioni Unite, inoltre, l’Italia rischia di contraddire gli obblighi internazionali in materia di diritti umani, con il conseguente rischio di isolarsi nello scenario internazionale.