L’IRAN FINANZIÒ LA STRAGE DEL 7 OTTOBRE
Mentre sia in Israele che a Gaza continuano le proteste per spingere le due fazioni a trovare un accordo per la pace, Netanyahu ha comunicato che partirà per Washington, dove incontrerà il presidente statunitense Donald Trump.
I temi caldi di cui i due discuteranno spaziano dai dazi, passando per gli ostaggi, fino alle relazioni di Israele con la Turchia e la questione della Corte Penale Internazionale.
L’ipotesi di un prolungamento della visita negli Stati Uniti è saltata, dopo che al premier israeliano è stato imposto dal procuratore generale di essere presente all’udienza del suo processo per corruzione e frode, prevista per mercoledì.
Intanto continuano i bombardamenti sulla striscia di Gaza: nelle ultime 48 ore sono almeno 57 le persone uccise, portando il bilancio dall’inizio della guerra a più di 50.000 vittime. È stata, nel frattempo, lanciata un’indagine per fare chiarezza sull’incidente avvenuto il 23 marzo a Rafah, quando l’esercito israeliano aprì il fuoco su un convoglio di ambulanze, uccidendone il personale.
Hanno destato scalpore anche i documenti rivelati dal Ministro della Difesa israeliano Katz, nei quali viene confermato il ruolo dell’Iran nel massacro del 7 ottobre. Gli ormai defunti leader di Hamas chiesero un finanziamento di 500 milioni di dollari per la distruzione dello Stato di Israele, denaro effettivamente versato al valore di 20 milioni al mese.
Tale scoperta non può che gettare ulteriore benzina sul fuoco, inasprendo ulteriormente i rapporti tra lo Stato ebraico e la Repubblica Islamica, che già si trova in una posizione precaria con gli Stati Uniti, desiderosi di trovare un accordo sul presunto nucleare iraniano, fatto che ha creato non poche divergenze tra Teheran e Washington.