IL MONDO INVOCA LA TREGUA, TRUMP SOFFIA SUL FUOCO
Tutto l'occidente è concorde sul fatto che l'Iran non possa avere l'atomica. Ma come per Gaza, la sensazione di molti è che anche stavolta Benjamin Netanyahu rischi di esagerare.
La campagna aerea di Israele sulla capitale iraniana si intensifica, e i vertici dell'intelligence militare hanno dichiaratamente espresso che i prossimi passi saranno quelli di aprire nuove operazioni in altre zone del paese, dopo che le dichiarazioni del primo ministro erano state dirette: uccideremo la guida Ali Khamanei. Il regime di Teheran, colpito al cuore, sembra ormai prossimo alla fuga: Israele con i suoi assalti a tappeto ai vertici militari iraniani è riuscito a uccidere il nuovo capo di stato maggiore Ali Shadmani, nominato solo quattro giorni fa, e continua a bombardare i siti di arricchimento dell'uranio e gli scienziati nucleari. Ma com'era avvenuto anche a Gaza, non tutti i missili cadono solamente su obiettivi militari: gli attacchi hanno ucciso almeno 200 persone da venerdì scorso, e oltre al palazzo delle televisione di stato sarebbe stato colpito anche un ospedale. L'Iran ha però risposto lanciando più di 370 missili e centinaia di droni, contro Israele, causando finora poche decine di vittime e però più di 500 feriti. I razzi continuano a sibilare nei cieli di Tel Aviv, costringendo i civili a ripiegare nei rifugi, e secondo alcune agenzie di stampa iraniane, Teheran sarebbe riuscita a colpire con un attacco missilistico il quartier generale del Mossad, l'agenzia di intelligence israeliana, vicino alla capitale.
Il mondo attende: dal G7 in Canada, è arrivata la richiesta unanime, dei leader delle grandi potenze, ad una de-escalation che però, allo stato attuale, appare improbabile. E a prendersi la scena è stato ancora una volta il presidente degli Stati Uniti: Donald Trump, dopo aver rivendicato la possibilità di riportare Putin nel G8 e di estenderlo anche alla Cina, aveva "invitato" i residenti di Teheran a evacuare e la città, un chiaro ultimatum, quindi ha abbandonato i lavori di Kananaskis dopo un solo giorno, annullando il vertice previsto con Zelensky in Canada e convocando un vertice di sicurezza alla Casa Bianca. Il presidente USA ha ipotizzato l'invio a Teheran di Witkoff o del vicepresidente Vance: “Ho in mente qualcosa meglio della tregua”, ha detto. Per l'Europa, invece, i negoziati tra America e Iran sono in stallo, e sarebbe l'Unione Europea a dover giocare il suo ruolo. Nel mentre però, cresce la paura. A Teheran, dove il regime si fa scudo coi civili, e a Tel Aviv, dove ormai più di qualcuno si chiede se ne sia valsa la pena. La domanda che tutti temono, però, è sempre la stessa: se davvero il regime dovesse cadere, che ne sarà del futuro dell'Iran e del Medio oriente?