CRISI DEGLI OSTAGGI, C’È INTERESSE A RISOLVERLA?
Lo scambio dei prigionieri consegnerà la pace in Medio Oriente? Dopo l’esibizione delle bare degli ostaggi israeliani uccisi, ora Tel Aviv infuria contro le cerimonie di rilascio, inscenate da Hamas.
A mettere in crisi gli accordi era stata l’esposizione dei prigionieri uccisi, tra cui i bambini Bibas.
Poi il dubbio sull’identificazione del corpo della madre Shiri Bibas aveva aggravato la situazione, che non si è placata nemmeno dopo il riconoscimento della salma.
Hamas ora minaccia di sospendere i negoziati, e dunque sospendere anche il rilascio degli ostaggi, finché anche Israele non avrà riconsegnato 602 prigionieri palestinesi, come da accordi.
Il premier Netanyahu, d’altro canto, pretende la fine delle cerimonie di consegna, definite umilianti show. Ha fatto il giro del mondo, infatti, il video dell’israeliano Omer Shem Tov obbligato a baciare la fronte dei suoi carcerieri prima di essere rilasciato.
Ci chiediamo, però, se c’è davvero da ambo le parti l’intenzione di giungere ad una tregua o se gli ostaggi non siano un pretesto per continuare il conflitto.
La detenzione dei 602 ostaggi gioca infatti un ruolo importante per Tel Aviv nei rapporti di forza.