COREA DEL SUD, LA CORTE DESTITUISCE IL PRESIDENTE
Il tentativo di golpe è fallito, e come i boomerang si è ritorto contro al suo promotore. L’ex Presidente della Corea del Sud Yoon Suk-Yeol è stato ufficialmente destituito dal suo incarico, come sancito dalla sentenza della Corte Costituzionale di Seul.
In un’epoca in cui le destre estreme mondiali accusano il potere giudiziario di sconfinare nella sfera politica per mezzo di sentenze ideologicamente motivate, il Partito Popolare di Yoon, al governo dal 2022, ha “accettato solennemente” la decisione del tribunale più importante del Paese, porgendo scuse ufficiali al popolo.
Una bella prova di democrazia quella del paese asiatico, tornato al centro delle scene ad inizio dicembre per l’instaurazione della legge marziale decisa unilateralmente dal Presidente Yoon. Decisione apparentemente inspiegabile e che gli aveva attirato le critiche del suo stesso partito. Nonostante la revoca avvenuta poche ore dopo, Yoon era già stata sfiduciato dal Parlamento, sostanzialmente abbandonato dal suo partito e tratto in arresto dalle forze di sicurezza coreane. L’ex Presidente dovrà inoltre affrontare un processo penale per insurrezione, offesa punibile addirittura con la pena di morte, anche se Yoon è già stato rilasciato per irregolarità procedurali.
Con la conferma dell’ impeachment, il paese andrà al voto entro 60 giorni. I primi sondaggi vedono in testa il leader del partito d’opposizione Lee Jae- Myung.