BOMBE ISRAELIANE SUI CAMPI PROFUGHI
“Sta mano po’ esse fero o po’ esse piuma”, recita una celebre frase del film “Bianco, rosso e Verdone”.
Una sentenza che ben si addice alla posizione di Israele: lo Stato Ebraico qualche giorno fa aveva avanzato una proposta di tregua ad Hamas, per permettere il dialogo sul cessate il fuoco.
Eppure, la mano di piuma della tregua si è ben presto trasformata nella mano di ferro: Tel Aviv ha condotto un raid aereo contro il campo profughi di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza.
Il campo ospita numerosi sfollati, e l’attacco ha ucciso 25 persone e provocato altrettanti feriti, per lo più donne e bambini.
I civili della Striscia sono già colpiti da una grave carestia, causata dalla chiusura dei valichi che non permette l’accesso agli aiuti umanitari.
Si tratta dell’ennesimo attentato al diritto bellico, già oltraggiato dopo che Israele aveva attaccato un convoglio sanitario lo scorso 23 marzo, uccidendo 15 operatori della Mezzaluna Rossa.
Il gruppo palestinese Hamas afferma di star lavorando alla proposta di tregua israeliana: il gruppo armato è accondiscendente sulla consegna degli ostaggi, ma non accetta compromessi sul proprio arsenale, affermando che le armi non sono negoziabili.
Si attende una Pasqua di sangue per la popolazione della Striscia.