REGIONI, IL NODO RIMANE IL PROBLEMA DELL'AUTONOMIA
Da un lato la Carta Costituzionale e la presenza nel titolo V del principio autonomistico, dall'altro i suoi limiti e la battaglia sul confine da non superare. Il festival delle regioni chiude a Venezia e l'anno prossimo sbarcherà in Toscana. ma l'edizione di palazzo Ducale sarà certamente ricordata come l'edizione dell'autonomia, perché è stato proprio questo il tema centrale della quattro giorni veneziana.
Da un lato, l'autonomia di una provincia come quella di Trento che si è vista sbattere la porta in faccia dal Governo. Dall'altra l'autonomia garantita anche dal capo dello Stato Mattarella, che però non ha mancato di rimarcare la necessità di limiti ben precisi nell'attribuzione delle competenze. Da un altro alto ancora, la decisione del Governo che in piena kermesse non solo ha voluto impugnare il terzo mandato per Fugatti in Trentino, ma ha anche approvato il disegno di legge delega sui LEP, quello cioè con cui il Parlamento dovrebbe (condizionale d'obbligo) conferire all'Esecutivo la facoltà di legiferare in autonomia per stabilire i livelli essenziali delle prestazioni. Nell'ultima giornata del vertice, in cui in mattinata si sono anche registrati scontri tra polizia e centri sociali, che manifestavano nelle calli contro il ministro Piantedosi, il fronte del si e del no all'autonomia è stato in assoluto quello più chiacchierato e divisivo.
"Penso che il dibattito giuridico rispetto alla Costituzione non lo dobbiamo più fare, adesso si faccia l'autonomia", ha tuonato il presidente del Veneto, Luca Zaia, nell'ultima giornata del Festival delle Regioni di Venezia. Ma la posizione delle regioni di centrosinistra, e persino del centrodestra meridionale, sembra sempre molto distante.