SCIOPERO ALLA FENICE, LA "PRIMA" RISCHIA DI SALTARE
La “prima” stagionale al teatro la Fenice è a serio rischio di saltare. L’“Otello” di Verdi, fissato per mercoledì 20 novembre ad aprire la stagione invernale di rassegna, rischia di non aprire mai il suo sipario dopo che l’assemblea generale dei lavoratori dello storico teatro di campo San Fantin ha proclamato uno sciopero che, se confermato, replicherebbe quello che accadde nel 1993, quando saltò la prima del Mosè, che apriva la stagione lirica.
I lavoratori non erano unanimemente d’accordo nella serrata: i favorevoli allo sciopero sono stati 120 tra orchestrali, tecnici ed impiegati, i contrari una quarantina, e questo fa ipotizzare che potrebbe esserci ancora margine per un riavvicinamento tra le parti. Ma le questioni sollevate dal sindacato, quelle sì, rimangono ferme: nei mesi scorsi, i dipendenti della Fenice avevano approvato un pacchetto di tre giorni di sciopero, due sono già stati effettuati nei mesi scorsi, e questo potrebbe quindi essere il terzo, cancellando la prima della stagione lirica.
Da due anni i lavoratori chiedono infatti alla fondazione impegni precisi, su cui finora non son o arrivate risposte a loro dire convincenti: dalle maestranze sotto organico, all’aspetto economico, al permesso a svolgere le attività esterne che la Fondazione vuole bloccare effettuando anche trattenute sugli stipendi.
Ca’ Farsetti non ha preso con entusiasmo, usiamo un eufemismo, la proclamazione dello sciopero, proprio nei gironi in cui sono febbrili i contatti tra il sindaco Brugnaro e il nuovo ministro della Cultura, Giuli, per la designazione del nuovo sovrintendente che prenderà il posto di Ortombina, col rischio che se la prima saltasse, il ministero decida di prendere di petto la situazione inviando a Venezia un proprio uomo, esterno alla realtà lagunare. Nelle prossime ore sono attesi sviluppi.