AFFITTI BREVI, VIA L’OBBLIGO DI CHECK IN DI PERSONA
Una nuova svolta nella regolamentazione degli affitti brevi. Il Tar del Lazio ha bocciato la circolare del Ministero dell’Interno che imponeva il riconoscimento fisico degli ospiti — una misura introdotta lo scorso novembre per contrastare il self check-in e limitare il fenomeno degli affitti turistici incontrollati.
Secondo i giudici amministrativi, l’obbligo del riconoscimento “de visu” è illegittimo. Una vittoria per le associazioni del settore extralberghiero, che parlano di un passo avanti verso una regolamentazione più equilibrata. Ma la sentenza rappresenta un duro colpo per molti sindaci, in prima linea contro quella che definiscono un’invasione turistica, accusata di alterare l’identità dei centri storici.
Tra le città più colpite c’è Venezia, con oltre 8 mila locazioni turistiche attive. Tuttavia, nel capoluogo lagunare il quadro è diverso: qui l’amministrazione comunale ha già approvato un regolamento specifico, reso possibile da una norma statale — l’emendamento Pellicani — che riconosce alla città un’autonomia speciale in materia.
Secondo il Comune, il regolamento resta valido: il check-in in presenza sarà obbligatorio solo per chi affitta per più di 180 giorni l’anno, in linea con la normativa vigente.
Dunque, mentre a livello nazionale cade l’obbligo di controllo diretto sugli ospiti, a Venezia l’obiettivo resta chiaro: ridurre l’impatto del turismo di massa sul tessuto urbano.
Ca’ Farsetti va avanti, sperando che le nuove regole aiutino a proteggere la città da un degrado ormai difficile da ignorare.
