SCHLEIN A PADOVA: "IL VENETO OSTAGGIO DELLA DESTRA"
Mentre la destra attende, e la candidatura in pectore del leghista Alberto Stefani rimane, ma per ora solo sulla carta, il campo largo affila le armi. E lo fa Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, nel suo primo tour veneto di questa campagna elettorale. Prima a Treviso, territorio del candidato dem Giovanni Manildo ma letteralmente terra nemica dove l'ex sindaco è riuscito una volta a prevalere, ma per la regione deve fare a spallate. Poi a Padova, dove i democratici giocano un po' più in casa, ma l'ultima tornata elettorale aveva lasciato comunque una voragine nei consensi progressisti. Questa volta, però, non c'è Luca Zaia tra i contendenti per la poltrona più alta di Palazzo Balbi: questo, insieme all'attendismo ormai quasi provocatorio della maggioranza uscente, è la ferita in cui il partito Democratico prova ad insinuarsi.
Applausi convinti, per la segretaria dem al Parco Milcovich all'Arcella, sede della festa dell'unità padovana. Con lei, non solo il candidato Manildo, ma anche gli eurodeputati Zan e Scarpa, e i prossimi candidati consiglieri per Palazzo Ferro Fini, da Andrea Micalizzi a Virginia Libero. Sul tavolo del Partito Democratico c'è ovviamente la contesa per le regionali, che calamiterà l'attenzione politica fino a dicembre, ma in una giornata tragica che ha registrato in tutta Italia ben quattro morti sul lavoro, oltre a affrontare i temi di Gaza, dell'economia nazionale e del risiko europeo, Schlein ha mandato anche un messaggio al Governo in tema di occupazione e sicurezza.