SCHIANTO A ROMA, MUORE A 32 ANNI AGENTE TREVIGIANO
Tra poche settimane, forse già tra due mesi, Amar Kudin, poliziotto in servizio nella capitale, avrebbe ottenuto il trasferimento nella sua città, Treviso. Oggi, invece, è lutto in tutta la Marca trevigiana, nel mondo del rugby e tra le forze dell’ordine: aveva solo 32 anni, l’agente di origine croata, ma trasferitosi nel trevigiano quando era ancora piccolissimo, morto sul colpo nel terribile incidente avvenuto a Roma, quartiere Monte Mario, tra due volanti della Polizia.
Su una delle due auto, alla guida c’era una poliziotta, al suo fianco l’agente trevigiano, e dietro un soggetto appena fermato. La loro Volante si sarebbe schiantata contro quella di alcuni colleghi che stavano raggiungendo il luogo dove era stata segnalata un a rissa in corso. L’impatto è stato violentissimo, l’auto si è ribaltata e Amar Kudin sarebbe morto sul colpo. Altri tre agenti, e un passeggero, sono rimasti feriti in gravi condizioni.
La notizia è arrivata in brevissimo tempo anche nella Marca. Amar ci era arrivato piccolissimo, era cresciuto a Treviso e ad ascoltarlo, nonostante fosse nato in Croazia, lo si sentiva proprio parlare con la tipica cadenza veneta.
Aveva la passione per il rugby: era cresciuto sportivamente nel benetton, e poi aveva giocato anche con Sandonà, Paese e Mogliano. Il lavoro lo aveva portato nella capitale, e lui si era trasferito quindi prima alle Fiamme Oro, la squadra della Polizia, e poi al rugby Civitavecchia. Di ruolo tallonatore, aveva ottenuto anche la maglia della nazionale Under 20.
Un dolore enorme, per tutto il mondo della palla ovale e della provincia trevigiana. Il L’agente voleva trasferirsi a Treviso per stare vicino alla sua famiglia, che abita ancora a Paese: Kudin lascia la mamma, vedova di guerra, e una sorella.
Unanime, il cordoglio giunto dalle istituzioni. Di «forte e sincero dolore» ha parlato il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. «Profondo cordoglio ai familiari dell'agente», le parole della premier Meloni.
«Profondamente rattristato» si è detto invece il capo dello Stato, Sergio Mattarella.