MUSICA E RUMORE: UN ANNO DOPO, GIULIA C'È ANCORA
Era l'11 novembre 2023. Giulia Cecchettin, 22 anni, studentessa di ingegneria all'università di Padova ormai prossima alla laurea, spariva nel nulla dopo una serata trascorsa in un centro commerciale con l'ex fidanzato, Filippo Turetta. Da quel giorno scattò una settimana di ricerche e appelli, prima della tragica scoperta della sua morte. Solo allora, dopo il ritrovamento del suo corpo in un canalone a Barcis, in Friuli, e l'arresto del giovane di Torreglia, 24 ore più tardi in Germania, si scoprì che Giulia era morta già quella stessa sera, quella dell'11 novembre. Uccisa brutalmente con 75 coltellate da quel ragazzo che non voleva accettare che lei lo lasciasse, che da lei era ossessionato. Quel ragazzo a cui, nonostante tutto, lei voleva ancora stare vicina, temendo che potesse fare un gesto sconsiderato. Alla fine, di sconsiderato, c'è stato solo il suo folle piano criminale: un piano studiato per giorni, da Filippo Turetta, che a distanza di 12 mesi non ha voluto chiedere scusa, e non ha chiarito i punti ancora poco chiari di quanto accaduto.
Al cimitero di Saonara, dove Giulia riposa, un anno dopo, una lenta e silenziosa processione commossa: amici, conoscenti, semplici concittadini, che in questo giorno le hanno rivolto un pensiero e un ricordo. E oggi come allora, gli studenti di ingegneria dell'ateneo padovano si sono ritrovati tutti insieme. A centinaia, per ricordarla insieme a papà Gino che proprio nei giorni scorsi ha dato vita alla fondazione che porta il nome di sua figlia, e che lavorerà per portare nelle scuole e nella società una nuova cultura del rispetto verso le donne.
Prima un minuto di silenzio, sull'onda della commozione di compagni e studenti come Giulia, dei suoi professori e di chi l'aveva conosciuta nel suo percorso universitario.
Poi, un altro minuto. Un minuto di rumore, tutti insieme per dire basta. L'ateneo ha compiuto alcuni passi importanti dopo la tragica morte di Giulia. Ha avviato percorsi, aperto sportelli psicologici per ragazze e ragazzi.
A Vigonovo, dove Giulia, il papà e i suoi fratelli hanno sempre vissuto, è stata la musica del pianista fuori posto, Paolo Zanarella, ad accompagnare un'ora di raccoglimento del paese sulle scale del municipio. Una processione lenta e silenziosa, che ha ricordato la sua giovane vittima di femminicidio, con rispetto e commozione.
Da oggi al 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, Saonara e Vigonovo ricorderanno Giulia con tanti momenti e iniziative. Nelle aule del Tribunale di Venezia, invece, il 3 dicembre verrà scritta la verità giudiziaria di quanto accaduto. In un anno, il volto di Giulia è diventato un simbolo universale in Italia, purtroppo ancora non sufficiente: ci sono state donne e ragazze che, conosciuta la sua storia, hanno trovato il coraggio di uscire allo scoperto, e in alcuni casi di salvarsi la vita. Ci sono stati uomini, invece, che hanno usato la sua storia come una minaccia alle donne, e per questo sono stati arrestati. È questo il segno che purtroppo ci vorrà ancora tanto tempo, per smuovere definitivamente le coscienze. La storia di Giulia Cecchettin, un anno dopo, qualcosa ha smosso. Ma per le 90 vittime di femminicidio registrate in Italia nel 2024, ancora troppo poco.