ECCO GLI ISTANTI IN CUI LORENZO È STATO UCCISO
Le immagini che vedete sono i primi frame, diffusi dai carabinieri dopo l’autorizzazione del procuratore capo di Treviso, che ritraggono alcuni istanti del momento in cui scoppia la rissa in cui, tragicamente, rimarrà ucciso a coltellate Lorenzo Cristea.
Sono alcuni fermo immagine, estrapolati dal breve video, della durata di soli 8 secondi, che un passante, ignaro di che cosa stava per riprendere, ha avuto la prontezza di catturare dall’interno della propria auto, ritrovandosi davanti alla rissa in piena notte, a due passi dalla discoteca in cui erano appena stati, vicino a Castelfranco veneto: video che subito dopo sarebbe stato portato ai carabinieri, e che fino ad ora è la prova principe su cui si basano le pesanti accuse a Badr Rouaji e Taha Benanni, i due ragazzi di 19 e 22 anni in carcere con l’accusa di omicidio volontario, triplice tentato omicidio, rissa e porto d’armi abusivo. Il tutto, con l’aggravante dei futili motivi, già di per sé sufficiente all’accusa, se si andrà a processo, di chiedere la condanna all’ergastolo.
Torniamo però alle immagini: pochi scatti, sfocati e poco chiari anche per il parabrezza che offusca la scena. Scatti in cui si vedono chiaramente alcuni ragazzi che si affrontano a calci, spinte e pugni. In uno in particolare, però, si vede uno di loro (presumibilmente la vittima) mettere le mani in avanti, quasi a difendersi, mentre chi gli è di fronte ritrae il braccio come se preparasse un colpo.
Mercoledì sera, dopo tre giorni di ricerche anche con i metal detector, i carabinieri sono riusciti a recuperare anche il secondo coltello, utilizzato nell’aggressione di sabato notte: una lama di una decina di centimetri che ora è stata inviata ai Ris di Parma per i rilievi: fondamentale, a questo punto delle indagini, è collegare i due coltelli ai due ragazzi arrestati. Capire chi aveva in mano l’uno, e chi l’altro. Capire quale dei due coltelli, o se entrambi, siano arrivati al copro di Lorenzo, poi deceduto nella notte a causa dei sei fendenti ricevuti. È da questa comparazione, che potrebbe costruirsi l’intero impianto accusatorio della procura di Treviso, in attesa che anche i due arrestati (che ieri, nell’interrogatorio di garanzia, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere) forniscano la loro versione dei fatti.