ALEX UCCISO IN RIVA AL PIAVE: LA NUOVA IPOTESI
Alex Marangon sarebbe stato ucciso proprio lì, sulla riva del fiume Piave, a pochi metri dall’Abbazia di Santa Bona, a Vidor.
E’ l’ipotesi a cui stanno lavorando gli inquirenti, quella che al momento sembra più credibile.
I sopralluoghi dei Carabinieri di mercoledì mattina avevano proprio l’obiettivo di trovare eventuali altri indizi, unire pezzi di puzzle che al momento non combaciano.
Cos’è successo nel corso della cerimonia di musica medicina? Come si sono svolti i fatti? Sempre più si sta escludendo l’ipotesi che nei paraggi possano esserci state altre persone, per questo l’assassino sarebbe da ricercarsi tra i partecipanti all’evento.
Ma i punti oscuri, al momento, rimangono molti. A partire dal ruolo dei due “curanderos” colombiani, gli ultimi, pare, ad averlo visto vivo.
Sarebbero stati loro infatti ad allontanarsi con Alex dalla chiesetta all’interno della quale si stava svolgendo il rito. Forse perché il giovane era in preda a un attacco di panico, o forse per alcune sue reazioni a qualche sostanza assunta.
Da quel momento in poi, però, la vicenda è ancora da chiarire in tutti i suoi contorni. Un punto fermo c’è, però: quello dell’autopsia, che ha escluso l’ipotesi della morte per annegamento. Il barman era già in fin di vita quando è finito nel Piave.
E allo stesso tempo, se appare poco probabile la caduta dalla terrazza, ecco farsi largo l’ipotesi che l’aggressione si sia verificata proprio nella spiaggetta sotto l’abbazia.
Rimane il fatto che tutti i partecipanti sono stati sentiti, alcuni anche più di una volta.
Cosa manca allora? L’arma del delitto, innanzitutto. E l’esito degli esami tossicologici. Se sulla prima si sono concentrati gli ultimi sopralluoghi dei Carabinieri, per i secondi servirà ancora un po’ di tempo.