IL CASO DI ADRIA: UNA TELECAMERA SU TRE È FUORI USO
Operazione sicurezza: il comune di Adria, nel Polesine, è pronto a riaccendere le sue telecamere. Sì, riaccendere: non perché non ci fossero, anzi, ma perché molte di quelle installate in città non funzionavano proprio. È questa la storia, abbastanza emblematica, che ci arriva dal secondo comune per popolazione della provincia di Rovigo.
La giunta comunale di Palazzo Tassoni, infatti, aveva rilevato che in tutta la città c’erano un sacco di telecamere istallate, ma non funzionanti e prive di manutenzione. Su 65 dispositivi esistenti, ben 24 non erano funzionanti: più di un terzo.
L’amministrazione, allora, è corsa ai ripari per trovare una soluzione. E ha quindi affidato ad un’impresa il servizio di manutenzione del sistema di videosorveglianza e lettura targhe, dislocato in tutto il territorio comunale, ma anche la progettazione e la programmazione degli interventi nel prossimo biennio. Un progetto che costerà 220mila euro: 170mila saranno finanziati dal Ministero dell'Interno, 50mila euro direttamente dal comune.
E sotto gli occhi di telecamere e varchi saranno monitorati soprattutto i punti nevralgici della città di Adria: l'incrocio tra viale Maddalena e via Turati, ma anche il piazzale del parcheggio del cimitero, realtà spesso finite al centro delle cronache. E poi la stazione delle corriere, gli ingressi alla città e alle frazioni. E un’altra telecamera sarà piazzata anche sull'Adria-Loreo vicino all'autovelox fisso. La domanda che rimane insoluta, a questo punto, è la seguente: possibile che per un anno telecamere installate per la sicurezza non fossero in funzione? E soprattutto: esistono altri casi simili a quello di Adria, nelle nostre città? Agli amministratori, l’ardua sentenza.