notizie / 26/02/2025 15:30

LA PACE IN UCRAINA PASSA PER LE TERRE RARE

Dopo i fulmini e le saette della settimana scorsa, scagliate per bocca di Donald Trump, le discussioni per la pace in Ucraina sembrano aver ripreso quota.

Il perno delle negoziazioni verte intorno alle ambitissime terre rare dislocate in territorio ucraino.

Secondo le ultime indiscrezioni, venerdì a Washington sarà firmato l’accordo di 500 miliardi di dollari tra Usa e Ucraina. Un alto funzionario ucraino riferisce che gli americani avrebbero rimosso le clausole sfavorevoli a Kiev contenute nella bozza iniziale. Di diverso avviso la Casa Bianca, che sostiene che non ci siano aggiornamenti significativi a riguardo.

La bozza dell’accordo, a cui ha avuto accesso il Financial Times, mostrerebbe che Ucraina e Usa intenderebbero istituire un fondo d’investimento comune per la ricostruzione, a cui l’Ucraina collaborerebbe al 50% con i proventi derivati dall’accordo sulle terre rare di sua proprietà.

Gli Stati Uniti si impegnerebbero a investire a lungo termine nello sviluppo ucraino, con interventi mirati soprattutto a infrastrutture strategiche (depositi di minerali e materiali estraibili, porti, imprese statali ecc.).

Da ciò si denota che Washington avrebbe pieno interesse a tornare ad essere garante della sicurezza ucraina, se non altro per tutelare i suoi investimenti in un campo, quello delle terre rare, in cui Mosca e Pechino siedono su miniere d’oro poste nel loro sottosuolo. Una fortuna che gli Usa non possono condividere.

Le terre rare di Zelensky paiono fare gola anche all’Unione Europea, sempre in cerca di nuovi spazi di manovra nella questione ucraina. È notizia di ieri che il commissario europeo per la Strategia industriale, il francese Stéphane Séjourné, abbia presentato a Kiev un piano di collaborazione, specificando come “21 dei 30 materiali critici di cui l’Europa ha bisogno possano essere forniti dall’Ucraina in una partnership win-win”.

Un portavoce della Commissione Europea ha poi tenuto a precisare che da parte della UE non ci sarebbe alcun intento competitivo nei confronti statunitensi.

Se solo la settimana scorsa Unione Europea e Trump sembravano in disaccordo su tutto riguardo la guerra, da chi fosse l’aggressore o l’aggredito fino alla legittimità del Presidente Zelensky, ora i principali sponsor ucraini sembrano aver trovato una lingua comune: i soldi.

 

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