MORTE MOUSSA DIARRA, IL POLIZIOTTO NON E' PUNIBILE
VERONA - Svolta sulla morte di Moussa Diarra, il giovane malese ucciso la mattina del 20 ottobre dello scorso anno davanti alla stazione ferroviaria di Verona Porta Nuova. La procura della repubblica scaligera ha chiesto l’archiviazione nei confronti dell’assistente capo coordinatore della Polizia di Stato indagato per l’omicidio del migrante.
Al termine delle indagini, durate oltre un anno, si è arrivati alla conclusione che l’agente della polfer avrebbe agito per legittima difesa perché aggredito dal giovane che aveva in mano un coltello da cucina.
L’uccisione di Moussa fin da subito ha mosso numerose associazioni oltre alla comunità maliana in Italia che hanno organizzato diversi sit in e cortei per chiedere verità e giustizia. I famigliari hanno sempre sostenuto si sia trattato di omicidio, i loro avvocati si dicono sconcertati per come la procura ha diffuso la notizia, privilegiando a loro dire l’opinione pubblica alla famiglia e agli affetti di Moussa.
Moussa non aveva ancora 27 anni, la notte prima dell'aggressione era stato incrociato anche da una pattuglia della Polizia locale, in evidente stato di alterazione. Successivamente aveva sfondato la vetrata della biglietteria della stazione prima di incappare nella Polizia ferroviaria che per difendersi - come ricostruito dalle indagini - sparò tre colpi, due ad altezza d'uomo, uno dei quali colpì mortalmente il giovane migrante.