LEONI IMBRATTATI, QUANDO LA GIUSTIZIA ARRIVA TARDI
Otto anni per un processo. È il tempo che servirà, a conti fatti, per arrivare a una sentenza sul gesto di vandalismo che nel 2018 deturpò uno dei simboli di Venezia: i leoncini di Piazza San Marco, imbrattati con vernice rossa da un gruppo di studenti fuori sede.
Era la notte tra il 28 e il 29 settembre del 2018 quando i celebri leoncini di marmo vennero ricoperti di macchie di vernice. Un gesto che fece il giro del mondo e che fu subito condannato all’unisono, ma per cui la giustizia ha impiegato anni per muoversi.
Le indagini furono rapide: in meno di due giorni carabinieri e vigili identificarono i responsabili grazie alle telecamere di sorveglianza. Ma tra rinvii, burocrazia e passaggi giudiziari, il processo si sta celebrando solo ora e la sentenza, se tutto va bene, arriverà a dicembre.
Sul banco degli imputati, tre giovani accusati di imbrattamento e danneggiamento. La difesa punta a far riconoscere la lieve entità del gesto e a dimostrare che il danno, riparato in tempi rapidissimi e senza spese per la città, non giustifichi una condanna penale. Si chiede, in sostanza, che venga considerato un episodio isolato e non doloso.
Una linea che, se accolta, potrebbe alleggerire ulteriormente il procedimento — già vicino alla prescrizione.
Il paradosso è evidente: un episodio risolto in meno di 48 ore dagli investigatori potrebbe non avere mai una condanna definitiva per la lentezza del sistema giudiziario.
Otto anni dopo, i leoncini di San Marco sono tornati al loro splendore. Ma la giustizia, ancora una volta, rischia di arrivare troppo tardi.