MORTI BIANCHE IN VENETO, 2025 TRAGICO: 87 VITTIME
Mirco Furlin, 47enne operaio di Monselice, è morto martedì pomeriggio cadendo dal tetto di un silos, nel rodigino, sul quale stava operando degli interventi di manutenzione. Spisal e Carabinieri stanno indagando per capire cosa sia accaduto, e se siano state rispettate tutte le norme di sicurezza sul lavoro: non è escluso, ha fatto sapere la Procura di Rovigo, che possano essere indagati il responsabile della cooperativa e il titolare dell'azienda a cui è stato commissionato il lavoro.
Una morte che, tragicamente, va ad aggiungersi a duna infinita lista di lutti, in questo 2025 che per il Veneto si sta trasformando, sui luoghi di lavoro, in una vera carneficina.
Da gennaio a settembre 2025, la regione (seconda in Italia per numero di morti bianche) ha registrato 87 morti sul lavoro: un anno fa nello stesso periodo erano stati 53. Un drammatico aumento degli infortuni mortali sul lavoro, +64,2%, e un'incidenza di infortuni mortali sul lavoro che supera la media italiana.
Il dato più preoccupante, fa sapere l'istituto Vega di Venezia che ne raccoglie le statistiche, è rappresentato però dal numero deli infortuni avvenuti "in occasione di lavoro", cioè esattamente nel mentre di una mansione occupazionale, e non in itinere: sono stati 60, quest'anno, ben 24 in più dello scorso anno. I settori più colpiti, rimangono sempre gli stessi: la manifattura (9.786 denunce di infortunio) l'edilizia (3.410) e poi commercio e trasporti. Bisogna intervenire alla svelta, avvertono i sindacati, perché si rischia id continuare su numeri sempre più tragici, finché non cambieranno la mentalità e soprattutto la filosofia produttiva.