CENTRI IN ALBANIA, IL GOVERNO NON SI ARRENDE
Centri in Albania? Il Governo ci riprova. Lunedì sera il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge sui migranti stilando una nuova lista dei paesi ritenuti sicuri, depennando dall’elenco Camerun, Colombia e Nigeria.
Negli intenti di Palazzo Chigi il decreto legge è una fonte di diritto superiore rispetto alla sentenza della Corte di Giustizia Europea su cui il Tribunale di Roma si era basato per disporre il rilascio dei 12 migranti deportati nell’hub in Albania, in quanto provenienti da paesi che in realtà sicuri non erano e che quindi non dovevano essere detenuti.
Secondo il Governo da ora in poi, quando in uno dei centri migranti arriveranno persone da quei paesi ritenuti sicuri, ecco che potranno essere detenute lì fino a che la loro domanda di asilo non verrà esaminata con una procedura accelerata.
Le incognite, però, non mancano. Soprattutto perché rimangono forti dubbi sul fatto che quei paesi che il Governo ritiene sicuri lo siano davvero. Non si tratta solo di conflitti o guerre civili: in paesi come l’Egitto e il Bangaldesh – che per l’Italia sono sicuri - dissidenti politici o sostenitori della comunità Lgbt sono sistematicamente perseguitati. Per questi persone, insomma, il loro paese non è affatto sicuro.
Sul tema, comunque, la polemica politica anche in Veneto è scoppiata ben prima dell’ultimo decreto. Il portavoce dell’opposizione in Consiglio regionale, Arturo Lorenzoni, critica senza mezzi termini il provvedimento.